Tracciare i confini della vita

Oggi iniziamo la settimana con una domanda davvero esplosiva: Che cos’è la vita? 💣

In effetti, per quanto strano possa sembrare ai non addetti ai lavori, come ho già avuto modo di spiegare in questo post non è per nulla facile rispondere. La comunità scientifica infatti non ha ancora raggiunto un accordo in proposito, tanto da aver fatto nascere il detto “ci sono altrettante definizioni di vita di quante sono le persone che cercano di definirla”. 🤨

Gli sforzi degli scienziati, bisogna dire, sono frustrati dall’esistenza di casi che lasciano quantomeno perplessi.
❄️ Ci sono oggetti come i fiocchi di neve, a cui possiamo attribuire una delle caratteristiche più importanti della vita, l’ordine, ma non altre (come il metabolismo).
🩸 Un globulo rosso umano, che è ordinato e possiede un metabolismo, per contro è privo di DNA.
🐛 Poi ci sono organismi come i tardigradi: sono capaci di sopravvivere in condizioni estreme che più estreme non si può (per esempio resistere fino a un secolo in condizioni di totale disidratazione), ma possono apparire completamente inanimati per periodi molto lunghi.

E che dire dei virus, ora più che mai sulla bocca di tutti? Secondo molti esperti non sono altro che proteine deformate che costringono altre proteine ad assumere il proprio aspetto. 🦠

Insomma: un argomento estremamente complesso e sfaccettato, e almeno per quanto mi riguarda terribilmente affascinante, che è il protagonista di Life’s Edge, l’ultimo libro dello scrittore Carl Zimmer – che personalmente tradurrei come “Tracciare i confini della vita”. Un libro assolutamente imperdibile per chi si interessa di biologia, ma anche di filosofia, e la prosa di Zimmer – corrispondente scientifico del New York Times, è, come sempre, curatissima e coinvolgente, davvero di alta qualità.

Se siete curiosi, un estratto del libro è stato pubblicato la scorsa settimana su Quanta Magazine. Lettura altamente consigliata. 📖

SapEvatelo
👉Non basta, nella questione su quali siano i confini tra ciò che è vivo e ciò che non lo è, che l’universo ci offra una moltitudine di casi particolari che sembrano non puntare chiaramente ad alcuna possibile generalizzazione. Ci si mettono pure filosofi come Carol Cleland, secondo cui cercare di tracciare i confini della vita e definirla sia in realtà controproducente per il tentativo di comprenderla.