Mappe geografiche di nuova generazione

Le mappe geografiche, nonostante un’apparente asetticità e oggettività, sono frutto di una specifica visione del mondo che va oltre la semplice raffigurazione e si estende alla politica, all’economia, alla società… Sono descrizioni parziali, soggettive, idiosincratiche, che riflettono lo Zeitgeist in cui sono nate. 🤔

Per disegnare una mappa della superficie terrestre è necessario trasformare un oggetto curvo – la superficie di una sfera – in uno piatto, che possa “vivere” sul piano della mappa (tecnicamente, si parla di proiezione). Se la difficoltà dell’impresa non vi salta subito all’occhio, immaginate di sbucciare un’arancia seguendo le linee che delimitano gli spicchi, lasciando tutta la scorza attaccata nel “polo sud” o nel “polo nord” del frutto e poi, una volta completata l’opera, di appiattire il tutto sul tavolo: gli spicchi di buccia inevitabilmente si separeranno e si distorceranno, rendendo impossibile comporre una superficie continua. 🍊

Questa impossibilità si riflette nel fatto che tutte le mappe del mondo bidimensionali contengono, necessariamente, delle distorsioni. Le alterazioni più notevoli hanno a che fare con angoli, superfici, distanze e direzioni. Ed è la scelta di cosa sacrificare, e come farlo, a essere frutto della visione del mondo in cui tale decisione è presa. 🗺

La proiezione di Mercatore del 1569 è una tra le più diffuse – probabilmente era lei la protagonista indiscussa dei vostri libri di geografia delle scuole medie – e sceglie di far aumentare le aree procedendo dall’equatore verso i poli. Ne segue che gli stati all’equatore sembrano molto più piccoli del vero: la Groenlandia pare avere circa la stessa superficie dell’Africa, mentre è 14 volte più piccola, e il Perù, che sembra uno staterello qualsiasi, potrebbe ospitare al proprio interno l’Italia, la Germania e gran parte della Francia. 😱

Ovviamente, la visione del mondo di un cartografo fiammingo del XVI secolo non poteva che mettere l’Europa al centro, ma oggi come possiamo reinterpretare la realtà contemporanea con una mappa che renda giustizia alla geografia, anziché ai rapporti di potere tra stati? ❓

Non è semplice, sicuramente, ma tra i tentativi più interessanti vorrei segnalarvi quello raccontato sul New York Times in un articolo di Joshua Sokol: una mappa simile a un vinile, con un lato A e un lato B, ideata dall’astrofisico di Princeton J.Richard Gott, insieme al collega matematico Robert Vanderbei. 📀

Personalmente, sono molto intrigata da questa mappa fronte/retro, e spero incontrerà il successo che merita. Presenta ovviamente anch’essa dei problemi, ma se non altro la sua innovatività potrà spingerci a riflettere su distorsioni che, con il tempo, sono diventate sempre più tangibili in ambiti ben lontani dalla cartografia. 🌎

SapEvatelo
👉Se, come è successo a me, avete scoperto che le mappe vi appassionano, ecco un consiglio di lettura: La storia del mondo in 12 mappe di Jerry Brotton (Feltrinelli 2013, trad.it. di V.B. Sala).