Gli organoidi: istruzioni per l’uso

Negli ultimi anni sono nati degli oggetti di cui si parla poco, ma che stanno avendo una grande influenza sullo studio della biologia dello sviluppo. Si tratta degli organoidi: aggregati di cellule che assumono spontaneamente una configurazione in tre dimensioni – in contrasto con le 2D dei classici dischi di Petri (che possono ispirare opere d’arte colorate e affascinanti, come racconto qui). In questo modo, tali aggregati possono organizzarsi e distribuirsi ordinatamente, finendo per assomigliare a organi in miniatura. 😳

La loro capacità di riprodurre passo passo tutte le tappe dell’organogenesi, il processo con cui gli organi si formano in un organismo in via di sviluppo (come un feto umano), li ha resi modelli ideali per ottenere informazioni sullo sviluppo dei vari organi e sulle interazioni tra i tessuti che li costituiscono. Le applicazioni, come potete immaginare, dalla ricerca biomedica vera e propria alla fine della sperimentazione sugli animali, sono numerose e molto eccitanti – se vi eccita questo genere di cose, ovviamente 😂

Come racconta questo articolo uscito qualche giorno fa sul sito della rivista Science a firma di Kelly Servick, la ricerca in questo ambito procede a passi da gigante e nelle ultime settimane un team di ricercatori dell’Università di Stanford ha messo a punto, insieme a un gruppo della UCLA, uno studio in cui un ammasso di cellule cerebrali (neuroni e altri tipi di cellule che si trovano negli strati più superficiali del cervello) è stato “coltivato” in laboratorio per diversi mesi. Gli scienziati hanno scoperto che, dopo circa 9 mesi, avvenivano cambiamenti simili a quelli che hanno luogo nel cervello di un bambino appena nato – tecnicamente, è cambiata l’espressione genica delle cellule dell’organoide, diventando più simile a quella del cervello di un neonato. 🧠

I ricercatori hanno documentato in questi ammassi cellulari anche altri segni di maturità; si tratta in generale di risultati molto importanti per seguire lo sviluppo di geni associati a malattie come la schizofrenia o l’Alzheimer: sapere quando questi geni si esprimono è fondamentale per riuscire a studiare organoidi esattamente al “giusto” punto di sviluppo e risparmiare così molti mesi preziosi. 👌

SapEvatelo
👉Attenzione: non è assolutamente il caso di saltare alla conclusione che siamo vicini alla creazione di cervelli in laboratorio. Questi organoidi, a parte alcuni aspetti molto specifici, non sono paragonabili al cervello di un neonato. A parte il fatto che sono privi di elementi fondamentali come i vasi sanguigni, le cellule immunitarie o la capacità di elaborare input sensoriali, un cervello è ben più di un semplice ammasso di (decine di miliardi di) cellule.