I primi minuti di vita dell’universo

Il primo libro di divulgazione scientifica per adulti che abbia mai letto è stato, a diciassette anni, I primi tre minuti di Steven Weinberg, premio Nobel per la Fisica nel 1979 scomparso venerdì scorso all’età di 88 anni. Era un libro breve, prestatomi dalla mia professoressa di Scienze che aveva dovuto rassegnarsi all’evidenza: mentre in geografia astronomica, materia da lei trattata nel primo quadrimestre, avevo ottenuto il massimo dei voti, il secondo quadrimestre dedicato alla geologia stava procedendo piuttosto male. Tanto valeva allora farmi approfondire ciò che mi appassionava con un libro che svela le origini dell’universo: i primi tre minuti di vita di tutto ciò che esiste, subito dopo il Big Bang. E vi assicuro che di cose ne sono successe, in quella manciata di secondi.

A un centesimo di secondo dall’esplosione, tanto per capire le condizioni di partenza, la temperatura media dell’universo era pari a centomila milioni di gradi e la materia come la conosciamo non esisteva ancora. Anzi: c’era la materia, ma c’era anche l’antimateria, in quantità pressoché uguale. Dopodiché, a un certo punto, l’equilibrio si è rotto e la materia ha preso il sopravvento – l’antimateria oggi la si produce negli acceleratori di particelle, ma non la incontriamo certo nella vita quotidiana!

Dato che all’epoca ovviamente non c’erano testimoni, come facciamo a sapere che cosa è successo nei primi minuti di vita dell’universo? Grazie al Modello Standard, l’attuale teoria delle forze fondamentali che è stata sviluppata proprio grazie a Weinberg (per cui vinse il Nobel, insieme a Sheldon Glashow e Abdus Salam). Aneddoto personale: il primo libro che ho tradotto (per Codice edizioni, ormai quasi 15 anni fa) era proprio sul Modello Standard: La teoria del quasi tutto, di Robert Oerter. Ma perché quasi tutto?

Il Modello Standard – nome completo: Modello Standard delle interazioni fondamentali – descrive molto bene (ossia con ottimi riscontri sperimentali) tre delle quattro forze fondamentali della natura: l’interazione elettromagnetica, l’interazione debole e l’interazione forte. Resta fuori la quarta, l’interazione gravitazionale, e questa esclusione non è certo un problema da poco. Avrete probabilmente sentito parlare di teoria delle stringhe o di gravità quantistica (avete presente Carlo Rovelli? Ecco, lui oltre a scrivere libri poetici come Sette brevi lezioni di fisica o Helgoland si occupa di quest’ultima): sono entrambe proposte di una teoria unificata di tutte e quattro le interazioni. Tuttavia, al momento sono ancora in attesa di verifiche sperimentali, se mai sarà possibile averne (nel caso della teoria delle stringhe, i dubbi sono molti).

Steven Weinberg è stato sicuramente uno dei fisici che più ha contribuito a delineare una teoria che ci ha consentito di capire quali sono state le origini del nostro universo, e la descrizione che ne dà ne I primi tre minuti è, oltre che comprensibile, estremamente affascinante. Così affascinante, almeno per me, da avermi convinta a cambiare strada, all’ultimo anno di liceo classico, e iscrivermi al corso di laurea in fisica. Quindi, nonostante sia un libro ormai “vecchio”, nel senso che è stato pubblicato a fine anni ’70, non posso che consigliarlo con grande entusiasmo!

Copertina: foto di Andy Holmes via Unsplash