Cloud: la nuvola. Che cosa c’è di più etereo, di più immateriale e impalpabile? Se si parla di nuvole nel cielo, siamo tutti d’accordo. Ma se il termine è riferito alla tecnologia informatica, la cloud non è altro che un enorme computer che lavora incessantemente insieme a innumerevoli altri in congestionati data center.
La sostenibilità digitale sembra un miraggio destinato ad allontanarsi, anziché avvicinarsi. I giganti dell’industria informatica sono attualmente i principali utilizzatori di elettricità al mondo. Facebook, Apple, Amazon, Microsoft e Alphabet (Google) assicurano che è ormai solo questione di tempo prima che diventino carbon negative (ossia consumino meno gas a effetto serra dell’energia pulita che producono). Ciò nonostante, anche senza tenere conto delle novità già tra noi o prossimamente in arrivo, dal 5G alle monete digitali (Bitcoin & Co. – se non sapete cosa sono lo spiego un po’ qui) all’internet delle cose, la domanda di servizi digitali energivori cresce più rapidamente che mai.
Qualche dato spicciolo: due ricerche su Google consumano quanto richiesto per scaldare l’acqua del tè con un bollitore; in mezz’ora di streaming produciamo le stesse emissioni inquinanti di un’automobile che percorre qualche chilometro; i consumi dell’intelligenza artificiale sono tali per cui a un algoritmo, per risolvere il cubo di Rubik in qualche secondo, serve l’energia prodotta in un’ora da tre centrali nucleari. Per non parlare dei videogiochi. 🔋
E che dire dei piccoli computer potentissimi che ciascuno di noi tiene in tasca o in borsa, i nostri smartphone? Semplicemente, che dietro quei pochi grammi di peso si nasconde un’industria gigantesca, che esercita uno sfruttamento delle materie prime senza eguali, secondo soltanto a quello dei lavoratori del settore (soprattutto quello estrattivo, ma non soltanto). Un problema ambientale che si intreccia a questioni etiche, come purtroppo succede troppo spesso. Tanto per complicare ancora un po’ le cose, casomai ce ne fosse stato bisogno.
SapEvatelo
👉Si fa davvero troppo presto a dire cloud, e soprattutto non si insiste mai abbastanza sulla sua assoluta materialità. E se la questione della sostenibilità digitale vi appassiona e volete approfondire questo tema così importante, così urgente e di cui si parla ancora troppo poco, vi consiglio di leggere questo bellissimo articolo di Alessio Giacometti comparso qualche giorno fa su Il Tascabile dell’Istituto Treccani.
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