L’impossibile mappa del cervello

Ho scritto questo libro perché mi interessava capire fino a che punto siamo arrivati a conoscere il nostro organo più misterioso – dove scegliendo di usare l’aggettivo “misterioso” faccio una lunga serie di compromessi con me stessa, perché lo trovo estremamente limitante e limitativo.

Eppure è così: il cervello è misterioso, perché è un organo all’apparenza tutto fuorché dotato dell’estrema complessità contro cui gli scienziati si scontrano ogni giorno da secoli, mentre cercano di delinearne una mappa che ci aiuti a comprendere come facciamo a essere ciò che siamo.

Rassegna stampa

Lettori(S)bloccati · # 7 – In dialogo con Eva Filoramo sull’impossibile mappa del cervello

Recensione su State of Mind, 11 gennaio 2023

Recensione su ScienzaXtutti INFN, gennaio 2022

Recensione su Libri di marketing, gennaio 2022

Dicono del libro

Esploravo libri divulgativi in materia “neuroscienze” per tenere un corso a scuola e mi sono imbattuta in questo libro. La scoperta è stata felice: ricco di spunti, di documenti, di curiosità, il libro ha un taglio chiaro e semplice tale da renderlo declinabile nella pratica scolastica liceale.

Irene

Mi sono avvicinata a questo testo con qualche timore, pensando che sarebbe stato troppo specialistico e difficile da comprendere. Invece ho scoperto un libro alla portata di tutti, che spiega con semplicità temi complessi ma interessantissimi come il funzionamento della memoria o anche perché il sonno è importante e come le due cose sono collegate. Inoltre è piacevole da leggere, ci sono qua e là dettagli personali dell’autrice che aiutano a rendere meno pesanti gli argomenti più complicati e fanno la lettura scorrevole e a volte persino divertente.

Francesca

Lettura molto scorrevole e piacevole su un tema a dir poco complesso. Dietro la leggerezza dello stile si nasconde un assoluto rigore scientifico e metodologico, supportato da un approfondito studio delle tematiche trattate.
Non aspettatevi un libro di psicologia o di neuroscienze, piuttosto un’esplorazione delle attuali conoscenze scientifiche (e del loro sviluppo storico) sul nostro cervello.
Non richiede conoscenze tecniche, ma curiosità e voglia di mettere in discussione tanti luoghi comuni sul nostro cervello.
Assolutamente consigliato!

CC

Presentazioni

16 novembre 2023
Padova, Settimana della Scienza
Ore 18. Palazzo Moroni, Sala Anziani
Conversazione con il prof. Kostantinos Priftis

3 settembre 2023
Strambino (TO), Strambinaria
Ore 15. Asilo Bonafide
Presentazione del libro. Introduce Enrica Favaro

23 novembre 2022
Torino
Ore 18. Seminario Maggiore
Presentazione del libro

28 aprile 2022
Torino, Associazione ProCultura
Ore 18, sala dell’Archivio
Presentazione del libro

Perché il cervello?

Perché l’editore, Enrico Flacowski, nell’autunno del 2020 – ve lo ricordate, l’autunno del 2020? Io a dire il vero sì e no, e se leggete il capitolo che ho dedicato alla memoria scommetto che capirete meglio il perché di questa risposta un po’ sibillina – era alla ricerca di qualcuno che scrivesse un libro in grado di fare un po’ di chiarezza tra i tanti falsi miti su come è fatto e come funziona il nostro cervello che, con il tempo, si sono insinuati in ambiti diversi da quello neuroscientifico.

Il pubblico di riferimento di Enrico erano persone che ruotavano attorno al campo della comunicazione e del marketing, quindi a priori del tutto digiune di scienza e argomenti affini. Voleva lanciare un nuovo marchio editoriale, Trèfoglie, di più ampio respiro rispetto a quanto aveva fatto finora, ma voleva comunque, almeno all’inizio, rivolgersi a chi aveva mostrato di apprezzare i suoi libri sul marketing e la comunicazione. Quindi non voleva necessariamente un neuroscienziato o una neuroscienziata, ma qualcuno che riuscisse a parlare con persone che, a priori, di scienza manco si interessavano poi chissà quanto, ma avevano la curiosità di capire che cosa c’è di vero, per esempio, nel fatto che abbiamo un emisfero creativo e un emisfero logico, oppure se il cervello maschile e il cervello femminile sono poi così diversi. Risposta breve: ben poco e, rispettivamente, no, non lo sono.

E così, leggendo qua e là, è incappato prima in questo mio articolo, e poi in quest’altro, e mi ha contattata.

Perché questa mappa sarebbe impossibile

Avete presente Penelope, la moglie di Ulisse, che ogni notte disfaceva la tela tessuta durante il giorno per non arrivare mai alla fine e dover, così, acconsentire a sposare uno dei proci pretendenti – più che alle sue grazie – al trono reale? Ecco, non dico che lo studio del cervello proceda proprio allo stesso modo, però sicuramente ogni volta che abbiamo scoperto qualcosa – come succede peraltro direi in tutti gli altri aspetti dello studio del mondo e del reale, e sicuramente anche del non reale – ecco che il confine di ciò che pensavamo di non sapere, anziché restringersi, si è allargato ancora più di prima.

Il titolo del libro, in realtà, ha origini meno filosofiche e più prosaiche: risale infatti a una telefonata tra me e l’editore nella primavera del 2021 in cui, un po’ disperata, cercando di spiegargli perché ero così tanto in ritardo con la stesura dell’indice del libro, balbettai: “Enrico, ma io non so se ce la faccio a scriverlo, ‘sto libro in cui delineo una mappa di ciò che sappiamo oggi sul cervello. Ogni giorno cambia qualcosa, e arrivano informazioni nuove, ma non è soltanto questo: il fatto è che ci sono troppe cose da dire, troppi concetti, troppe discipline che si intersecano, troppi quesiti senza risposta, troppe approssimazioni, troppe cose che non sappiamo rispetto a quelle che crediamo di sapere… è impossibile!”

E lui, imperturbabile, mi rispose qualcosa tipo: “Bene, non c’è problema. Se questa mappa è impossibile, spiega perché lo è, fai capire a chi legge la complessità degli argomenti e la portata di quello che non potrai raccontare – un po’ perché non lo sai tu, un po’ perché nessuno scienziato è talmente specializzato da sapere tutto di tutto quello che sappiamo, un po’ perché tutto quello che sappiamo non è neanche lontanamente tutto quello che c’è da sapere”.

Spero di essere riuscita, con le mie parole, a dare l’idea di tutto questo sapere e di tutto questo non sapere, perché, almeno nella mia esperienza, è altrettanto affascinante abbracciare la vastità della conoscenza di quanto non lo sia affrontare l’ignoto con consapevolezza.