🌲 Oggi è il giorno 19 del mio #calendariodellavvento a tema cervello e vi propongo un tema assai interessante: il fatto che il nostro cervello non è reattivo, bensì predittivo.
😈 Partiamo con un esempio; provate a pensare alla prima volta che avete visto un film dell’orrore. Sicuramente avete provato paura, non dico di no, ma non è forse vero che le sensazioni diventano ancora più forti quando si conosce già un po’ il genere e, con esso, gli stilemi sonori e visivi che anticipano le scene più terrorizzanti?
🎶 Questo succede perché l’esperienza ha un potere enorme nel creare le aspettative con cui poi affrontiamo la realtà . Tali aspettative, intersecandosi con gli stimoli sensoriali (la musica che si fa più martellante), vengono confermate oppure smentite. Nel primo caso tutto ok, ma nel secondo bisogna aggiornare gli schemi che avevamo costruito grazie alle esperienze precedenti; tra l’altro, così facendo, impariamo qualcosa di nuovo.
🔃 Stiamo parlando di una dinamica circolare. Le nostre esperienze sono influenzate dalle nostre aspettative che, inevitabilmente, sono legate alle esperienze precedenti. E quando la catena si interrompe, e si hanno situazioni in cui c’è carenza di aspettative o di esperienze, cosa succede? Come purtroppo dimostra la pandemia di Covid-19, il nostro cervello predittivo si sente molto frustrato dall’incertezza e gli diventa progressivamente sempre più difficile non cedere alle pressioni dell’ansia.
📕 Se volete approfondire, ormai sapete che cosa fare: leggere il mio libro L’impossibile mappa del cervello, disponibile in libreria e on-line a questo link!