I neuroni delle cure parentali

NB: nei topi sono presenti in entrambi i sessi!

A volte (forse addirittura spesso, ma attenzione: sicuramente non sempre) l’intuizione del cosiddetto “uomo comune” precede di gran lunga la conferma della scienza. Nel caso degli studi della neuroscienziata di Harvard Catherine Dulac, la conferma dell’importanza del ruolo paterno arriva in un momento storico particolarmente adatto ad accoglierla. Vediamo meglio di cosa si tratta.

Le cure parentali sono, molto brevemente, l’insieme di attenzioni riservate alla prole – solitamente propria, ma in alcuni casi anche altrui. Si tratta di un comportamento a dir poco sorprendente, se pensiamo al fatto che, in natura, gli animali sono continuamente sottoposti a minacce di ogni tipo e le energie investite nella cura dei figli sono sottratte a quelle da impiegare per la propria auto-protezione. Secondo molti, addirittura, le cure parentali sono le dirette progenitrici – pardon! – dell’altruismo. 👶

La biologa e neuroscienziata francese, celebre per i suoi lavori sui feromoni, ha mostrato come, nei topi studiati nel suo laboratorio, queste cure siano strettamente legate a un particolare tipo di neuroni: se disattivati, anche la migliore delle madri smetterà di curarsi dei propri piccoli e viceversa, se attivati, anche un topo maschio vergine – che i topolini appena nati tende a mangiarseli – diventerà il più amorevole degli accuditori. ❤️

I risvolti della scoperta, che è valsa a Dulac il Breakthrough Prize 2021 per le scienze della vita, sono molteplici. Innanzitutto, come ho anticipato, questi neuroni sono presenti ugualmente in topi di entrambi i sessi e, per quanto la scoperta non abbia ricadute immediate su altri mammiferi (e soprattutto su noi umani), è molto probabile che anche in altre specie esista un meccanismo analogo per il controllo del comportamento parentale. 🐁

In particolare, come lei stessa commenta in questa bellissima intervista comparsa su Quanta magazine, le scoperte di Dulac potrebbero essere fondamentali per comprendere meglio la cosiddetta depressione post-partum, che affligge una percentuale sconvolgente di donne che hanno appena dato alla luce un figlio – fino al 20%, cifra che lascia ancora più basiti se si pensa a quanto poco, ancora oggi, si parla del problema. 🤭

Ma come scrivevo all’inizio, e come conferma la biografia di questa scienziata e questa donna straordinaria, è possibile che i tempi siano ormai maturi, per la società, per discutere, oltre dell’importanza fondamentale del ruolo del padre, anche di cosa succede a una madre che, appena diventata tale, non riesce a sentire con il proprio figlio il legame che tutti, lei per prima, si aspettano sbocci all’istante. 💔

SapEvatelo
👉La mentore di Catherine Dulac, la biologa dello sviluppo Nicole Le Douarin, era sposata, aveva due figli ed era una ricercatrice appassionata. Quasi sempre, quando cercava di farsi assumere in un laboratorio, la risposta era: “Perché vuoi fare ricerca? Tuo marito è un ricercatore. Dovrebbe bastare, no?”