Di cervelli e intestini

L’influenza del microbiota sul nostro cervello è ormai assodata

Non è poi così strano, dopotutto: chissà quante volte vi sarà capitato di “sentire” qualcosa con la pancia. A me succede soprattutto con la paura, ma anche una gioia improvvisa può spalancare la strada che collega i centri delle emozioni nel cervello al ventre, manifestandosi con le proverbiali farfalle nello stomaco. 🦋

Negli ultimi quindici anni, sempre più ricercatori si sono impegnati nello studio dei legami esistenti tra il cervello e il microbiota, ossia l’insieme di tutti gli organismi simbiontici che convivono con il nostro intestino – detto anche più comunemente “flora intestinale”. 🦠

Queste équipe hanno iniziato a disegnare la mappa dei percorsi complessi e spesso sorprendenti che collegano questi microorganismi al nostro cervello, e se da un lato all’aumento di interesse si è accompagnato un entusiasmo eccessivo (soprattutto da parte di certa stampa sensazionalista), la comunità scientifica è d’accordo sul fatto che gli esperimenti sembrano proprio confermare una connessione causale, e non una semplice correlazione, tra il microbiota e la malattia di Parkinson, certi disturbi dello spettro autistico e altre patologie. 🧠

Gli esperimenti sono stati finora condotti soprattutto su topi, ma cominciano a essere predisposti anche studi clinici sull’uomo. Le prospettive terapeutiche sono entusiasmanti, e ovviamente tutti speriamo che ulteriori studi possano confermare la possibilità di curare malattie del cervello passando per l’intestino, molto più facile da manipolare. 💊

Per approfondire, vi consiglio la lettura di questo articolo pubblicato su Nature online il 3 febbraio 2021 a cura di Cassandra Willyard. Sarebbe splendido, in effetti, se rimedi della nonna come la classica bevanda calda per curare una delusione d’amore potessero rivelarsi antesignani di un nuovo tipo di medicine che, per curare devastanti patologie cerebrali, riescono a “passare per la pancia”. ☕️

SapEvatelo
👉Con le parole del neuroscienziato John Cryan, uno dei primi a studiare i rapporti tra intestino e cervello nei primi anni 2000: “A differenza del nostro genoma, su cui non possiamo intervenire più di tanto e per cui dobbiamo limitarci a incolpare genitori e nonni, il microbiota è potenzialmente modificabile” e questo ci rende potenzialmente molto più padroni della nostra salute.