Il cervello: storia di un’idea

Questo libro mi ha fatto tornare la voglia di scrivere di libri, cosa che non facevo più da anni – nonostante li traduca, ma tradurre è una cosa ben diversa. Nella traduzione, la “voce” è quella dell’autore, mentre chi recensisce può dare spazio alla propria, al proprio punto di vista e alle proprie emozioni. Ben diverso, per l’appunto.

The Idea of the Brain (Basic Books, 2020) è un racconto denso e avvincente di come, nel corso della storia, l’uomo abbia cambiato la propria concezione del ruolo e del funzionamento del cervello: la sede del nostro pensiero, la controparte fisica, biologica della nostra mente – qualsiasi cosa ciò significhi. Emerge come i pensatori e gli scienziati, nello studio del cervello, abbiano sempre cercato di farsi guidare da metafore che la maggior parte delle volte sono state tratte dalla tecnologia più all’avanguardia dell’epoca: macchine idrauliche, orologi meccanici, telegrafi, computer… Viene spontaneo domandarsi: e domani? Quale sarà la metafora di domani?

Ho scoperto moltissime cose che non sapevo, e questo nonostante mi occupi di scienza e comunicazione scientifica da parecchi anni; per esempio, che per molto tempo si è pensato che la sede, per l’appunto, del pensiero, fosse il cuore. Non so perché, ma questa cosa mi ha colpito tantissimo, anche se a ben pensarci quando proviamo anche soltanto con l’immaginazione un’emozione forte, tanto per dire, è il cuore che si mette a battere forte, mica la testa.

E questo Matthew Cobb lo racconta nelle prime 50 pagine. Vi lascio soltanto immaginare quale viaggio straordinario vi aspetta nelle restanti 400!